Santuario San Michele
Origini del Santuario
Il Santuario di San Michele è posto sull’ultima vetta della catena dei Colli Tifatini che partendo da Capua giunge fino a Maddaloni formando un anfiteatro naturale. E’ situato a m. 424 s.l.m. con una panoramica unica che abbraccia a sud Napoli con le isole, a ovest il mar Tirreno, a nord i monti del Matese e a est i monti del Beneventano e dell’Avellinese. Luogo strategico per i Sanniti, i Romani e i Longobardi con L’apparizione dell’Arcangelo Michele è diventato un luogo strategico spirituale, di risveglio della fede, di forte testimonianza e di fattiva carità.
Gli storici Giacinto dé Sivo, Francesco Piscitelli riportano entrambi la tradizione locale, secolare millenaria dell’Apparizione di San Michele Arcangelo a un giovane capraio nel secolo VII.
Un Giovinetto del luogo, che era di solito portare al pascolo le sue capre su lievi alture, una mattina condusse il suo piccolo gregge fin sulla sommità del monte, sicuro di trovare pascoli migliori. Giunto sul posto, fu attratto dalla presenza di un giovane celestiale che raccoglieva pietre. Con semplicità il giovane pastore cercò di rendersi utile aiutando lo sconosciuto nel suo lavoro. A sera tornando giù al paese notava che le capre, pur rimaste ferme per tutto il giorno allo stesso posto, davano un latte migliore e più abbondante del solito e fu preso dal sacro timore.
Dopo alcuni giorni il ragazzo domandò:
Chi sei? E perché raccogli le pietre?
Il giovane rispose:
Io sono L’arcangelo Michele e desidero che in questo luogo dove abbiamo raccolto le pietre venga eretta una piccola cappella in mio onore.
I parenti, gli amici e poi tutto il popolo, appena vennero a conoscenza del fatto prodigioso del latte e del volere dell’Arcangelo gli edificarono sul luogo prescelto una cappella, origine del Santuario.
Cenni Storici
L’attuale Santuario dedicato a San Michele Arcangelo e a Santa Maria del Monte sito nel Comune di Maddaloni, ricco di vicende storiche ha origine molto remote e la sua costruzione si fa risalire all’epoca dei longobardi. Infatti la principessa beneventana Teodorata sull’esempio della regina Teodolinda (per il longobardi del nord) sviluppò il culto micaelico nell’italia meridionale. Il Santuario, detto anticamente Eremo, fu menzionato nel 969, dall’arcivescovo di Benevento Landulfo, nel segnare i confini della Diocesi di Sant’Agata dei Goti,“in monte Magdaluni, qui dicitur sanctus…” e nel 1092 dal Conte di Caserta Goffredo che concesse al monastero di San Giovanni di Capua un podere situato.., “ in S.Angelo de Mataluni”.
Successivamente, è documentato nella bolla capuana del Vescovo Sennete del 1113, che segna e delimita i confini della Diocesi di Caserta , “in Castro Matalune… Ecclesiam Sancti Angeli de Monte”. Questa chiesetta rimasta sempre nel luogo impervio a m. 424 s.l.m. domina la valle attraversata dalla via Appia, quasi a proteggere il sito urbano di Maddaloni formatosi alle pendici del monte. Nel privilegio del Papa Alessandro III per la Chiesa Casertana dell’anno 1178,è menzionato : “in Matalone S.ti Angeli de Monte.” Si narra che nel 1216 vi si recò san Francesco d’Assisi mentre si dirigeva a Capua per far visita al suo amico, il beato Agostino ivi residente. Nel 1827 la regina di Spagna Elisabetta e la figlia Cristina vennero ad onorare l’Arcangelo san Michele e lo stesso fece il re Ferdinando II nel 1846 con tutta la famiglia reale. Nel 1860 l’area fu occupata dall’esercito garibaldino che attestato sul monte San Michele diresse e vinse la vittoriosa battaglia dei Ponti della Valle o del Volturno che permise l’unificazione d’Italia.
La vicinanza con altri santuari San Angelo a Palombara in San Felice a Cancello, San Michele Arcangelo sul monte Virgo, oggi duomo di Casertavecchia, oltre il rivelare la caratteristica di vedette e di fortezze di questi luoghi sacri, essendo tutti sulla medesima altitudine e visibili l’uno dall’altro, manifestano anche la religiosità dei longobardi di affidarsi al Principe degli Angeli per la difesa contro i nemici della terra e del cielo,del corpo e dell’anima. Il Santuario è porta obbligata per il passaggio sia verso il Sannio e le Puglie attraverso l’antica valle Suessola, sia verso Capua e Roma con l’antica via Appia. Nel lungo corso dei secoli, ha avuto degli interventi architettonici diversi che non conosciamo fino al 1800. Infatti dopo il 1820 l’edificio ecclesiale fu raddoppiato, l’operato viene raccontato dallo storico di Maddaloni Giacinto De Sivo scrivendo quanto segue…”Già prima del 1820 era la metà più piccola…”. Nel 1856 viene eretto l'Altare di marmo con sculture ai lati dello stemma di San Michele! scudo, spada e bilancia.
Nella seconda metà dell’ottocento, dopo l’unità d’Italia, l’edificio fu restaurato per i danni subiti dagli scontri bellici del tempo. Nei primi decenni del Novecento ebbe un’ulteriore intervento di ampliamento, con la costruzione del campanile adiacente. Fu determinante l’intervento stilistico architettonico, secondo l’indirizzo culturale di quegli anni: il neoromanico. Infatti la facciata è disegnata con un protiro schiacciato sormontato da cinque archetti che fungono da loggia e un rosone in cima, al di sotto le falde del tetto, coperto con tegole. All’interno, una cupoletta e un’unica navata coperta dalla volta a botte. La chiesa conserva ancora, nell'abside del presbiterio un Crucifisso ligneo del settecento, affreschi raffiguranti le immagini di Dell'immacolata, Santa Monica e Sant'Agostino.
A destra e a sinistra del piccolo Altare rivolto al popolo marmoreo "1996" sono poste l'icona lignea di San Michele e della Madonna del Monte. A fianco della Chiesa ci sono, a due livelli, i locali annessi per l’accoglienza dei pellegrini e incontri spirituali, con un portico e terrazza, architettonicamente ben inseriti nel complesso santuariale. Essi sono stati costruiti nella seconda meta dell’ottocento. Nei primi decenni del novecento invece sono il campanile maggiore e la facciata di stile neo-romanico con archetti e rosone. Alla fine del secolo scorso, nel 1993, tutto il grande piazzale dell’ingresso del santuario è stato trasformato in una chiesa all’aperto con un monumento-altare su cui troneggia una immagine bronzea della Vergine Maria, denominata Madre del Redentore.
Nel 1994 al nome del Santuario di San Michele Arcangelo è stato aggiunto anche quello di Santa Maria del Monte. Il Santuario sito sull’ultimo colle dei monti Tifatini, in un luogo panoramico di bellezza unica, è visibile dall’autostrada e dalla linea ferrata. Da esso si gode l’ampia veduta non solo della piana casertana con tutte le catene dei monti che l’avvolgono, ma anche il mar Tirreno, il Vesuvio e tutto il golfo di Napoli con le sue isole.
La Cappella dell'apparizione
In questa Cappella antichissima è custodita la Prodigiosa immagine lignea di San Michele Arcangelo e la memoria della sua Apparizione su questo monte. La Croce lignea, l'Eucarestia Adorata da Angeli con l'icona dell'Incarnazione aiutano i fedeli a entrare nella Preghiera.
La Cappella del Pastore
In questo luogo antico si è voluto ricordare il pastore a cui è apparso San Michele Arcangelo, ricordando lui veniamo aiutati a comprendere meglio la grazia che Dio Ha fatto alla nostra terra, facendo di questo monte il monte di San Michele e di tutti gli Angeli.
La Statua di San Michele
Scolpita verso la fine del sec. XVII, rappresenta l'Arcangelo come un giovane guerriero. con elmo piumato, armatura a maglia che con l'indice e il medio della mano sinistra regge una bilancia contenente due anime nei piattini, e con la destra, invece armata di lancia, colpisce Satana dalle fiamme infernali.
Nel tempo ha avuto molti restauri, anche perchè ogni anno, scendeva e saliva la montagna per la festa padronale di Maddaloni. Si ricorda storicamente i restauri del 1837 - 1857 - 1860 - 1988, ma il grande restauro con i permessi della Curia e Sovrintendenza di Caserta è stato eseguito nel 2009 - 2011 concedendoci di scoprire, dopo decenni, i colori originali.
Santa Maria del Monte
Nel secolo XX, in ricordo dell'Anno Mariano 1987- 1988, è stato eretto sul monte San Michele un Monumento - Altare alla Vergine che accoglie i Pellegrini e guarda verso la Diocesi di Caserta. L'Immagine di Maria Madre del Redentore, opera in bronzo dello scultore Tarcisio Musto, e posta in progetto dell'Archidetto Giovanna Sarnella, su due Vele di cemento come segno e vessillo di salvezza. Essa è stata benedetta dal Papa San Giovanni Paolo II nella sua visita a Caserta il 23 Maggio 1992. Il 10 Ottobre 1993 il Vescovo di Caserta Raffaele Nogaro benedisse il Monumento Altare alla Vergine denominando il Santuario di San Michele con il nuovo nome: Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte.
L'Altare della Pietà
La scultura bronzea con l’altare è stata donata da una suora, suor Guglielmina da Cerreto.
Il gruppo bronzeo di Maria con Gesù morto ai suoi piedi è stato realizzato dalla ditta Agnone di Isernia nel 2001.
Essa è stata collocata su un altare di tufo con mensa in marmo al termine delle quattordici stazioni della via Crucis (pur esse in bronzo) che circondano tutto il Santuario. Qui si sosta per pregare e contemplare tutto l’amore di Dio per noi.
L'Immacolata
La statua marmorea dell'Immacolata è un dono fatto dalle Suore di Santa Giovanna Antida in Caserta nel 2016. Essa è stata collocata a oriente dove sorge il sole, ed è stata benedetta dal Rettore l' 8 Dicembre. A lei si sono Consacrati i primi missionari di San Michele e della Madonna.
Nello stesso giorno i fedeli accorsi posarono un grande omaggio floreale alla Vergine fu fatto dai fedeli a questa bellissima icona della Vergine.
Cristo: Volto della Misericordia.
Il 29 Giugno 2016 è stato inaugurato dal Vescovo Raffaele Nogaro nel piazzale dell'ingresso al Santuario, San Giovanni Paolo II, la rotonda dedicata a Cristo: Volto della misericordia di Dio.
Stato giuridico
Il Santuario che inizia la sua storia con l'apparizione dell'Arcangelo e favorito dal culto dei Longobardi verso gli spiriti celesti nel VII e VIII sec., è sempre stato meta di preghiera e di pellegrinaggi. Oggi a personalità giuridica civile e religiosa con il legale rappresentante nella figura del Rettore pro-tempore Sac. Angelo DELLI PAOLI.
Il Santuario per svolgere la sua missione si avvale del Consiglio Santuariale.